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Accademia delle Scienze Ue: distinguere nettamente le nuove pratiche di miglioramento varietale dagli ogm
Scritto il 11-03-2020 da Ufficio stampa | Categoria: ambiente
“Plaudo alla richiesta del Consiglio consultativo delle Accademie delle Scienze dell’ue di una revisione radicale dell’attuale normativa, che distingua nettamente le nuove pratiche di miglioramento varietale dagli ogm di vecchia generazione. Come sostengo da tempo, queste pratiche hanno il potenziale di accelerare processi che avverrebbero in natura, con importanti benefici da un punto di vista ambientale ed economico”. Così Paolo De Castro, coordinatore s&d della Commissione agricoltura del Parlamento europeo.
“In un momento difficilissimo per il settore e per tutta l’unione europea che si trova a fronteggiare l’emergenza coronavirus – sottolinea l’eurodeputato Pd – dobbiamo affidarci alle certezze della scienza”.
Dello stesso parere opinione la Cia-Agricoltori italiani. La legislazione europea deve essere aggiornata per consentire alla nostra agricoltura di stare al passo con i progressi delle biotecnologie. E’ sbagliato infatti paragonare cisgenesi e genoma editing agli ogm e, di conseguenza, assoggettarle agli obblighi previsti dalla direttiva comunitaria in materia. I prodotti ottenuti tramite le nuove biotecnologie sono del tutto simili a prodotti ottenuti per incrocio tradizionale.
L’agricoltura italiana ha un grande bisogno di innovazione genetica. Bisogna produrre di più e meglio, consumando meno suolo e meno acqua, meno fertilizzanti e meno prodotti chimici per la difesa delle piante. Risolvere un’equazione così complessa con tante variabili non è affatto semplice. Ma dalle nuove biotecnologie possono arrivare risposte importanti per un’innovazione a misura dell’agricoltura Made in Italy.
Sulla vite, per esempio, “l’Italia è il Paese con il più grande patrimonio di diversità genetica”, spiega Mario Pezzotti, docente di genetica delle piante a Verona. “La conservazione e l’uso di questa biodiversità è irrinunciabile”, ma lo è anche “dare ai vitigni tradizionali le caratteristiche genetiche per contrastare l’attacco dei patogeni e il mutamento delle condizioni climatiche”. Cisgenesi e editing del genoma danno questa possibilità senza “modificare identità e profilo enologico”.