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Carenini: dal confronto serrato con le Istituzioni la soluzione dei problemi che le imprese agricole vivono sul territorio
Scritto il 10-12-2019 da Ufficio stampa | Categoria: Regione
Si sta per chiudere un anno non facile per l’agricoltura piemontese, ma anche pieno di significative iniziative che la Cia del Piemonte ha portato avanti a tutela del reddito degli agricoltori, coniugandole con i temi della difesa del territorio e delle risorse naturali e del contrasto agli effetti del cambiamento climatico, che non solo sta provocando, tra siccità ed alluvioni, molti danni alla produzione agricola, alle strutture e alle infrastrutture agricole, ma incide anche sull’equilibrio biologico dell’agroecosistema, causando la comparsa di specie patogene e parassiti alloctone, ovvero estranee alla fauna e flora dei nostri territori.
Entrando nel merito delle iniziative, da rimarcare in particolare il roadshow per presentare “Il Paese che vogliamo”, un progetto di riforma in cinque mosse, elaborato dalla Cia, che punta al rilancio delle aree interne, dove sono in aumento le difficoltà legate alla geografia del territorio ed ai ritardi in manutenzione e ammodernamento delle infrastrutture fisiche e digitali. Obbiettivo del roadshow, partito dall’interregionale Piemonte-Liguria, svoltosi il 2 settembre scorso a Sassello (Savona): rimettere gli agricoltori al centro, per far ripartire il Paese cominciando dalle aree rurali.
Nel 2019 la Cia del Piemonte ha anche moltiplicato gli sforzi per richiamare l’attenzione delle Istituzioni sui problemi connessi alla proliferazione incontrollata della fauna selvatica, che é diventata una vera e propria emergenza ed é causa di epidemie, di incidenti alla popolazione e di gravi danni al settore agricolo. La Cia non si è limitata alla denuncia ed alla protesta, ma ha anche presentato una proposta di modifica radicale della legge 157 del 1992, che attualmente disciplina la pianificazione faunistico-venatoria. Una legge ormai obsoleta. Fu infatti approvata quando sembrava che molte specie rischiassero l’estinzione e la priorità era proteggerle. Oggi la situazione è completamente diversa. Il rischio non é più l’estinzione, ma la crescita senza controlli della fauna selvatica. Si deve passare dalla protezione alla gestione. La proposta della Cia è stata discussa in un Consiglio regionale aperto, alla presenza di autorevoli esponenti politici, di numerosi sindaci oltre che di moltissimi agricoltori, raccogliendo un ampio consenso.
Un tema che sta molto a cuore, e non da oggi, alla Cia del Piemonte é lo sviluppo di un modello di agricoltura che garantisca un giusto reddito agli agricoltori, ma nel contempo sia rispettoso dell’ambiente. In quest’ottica la Cia del Piemonte, ha posto alla Regione l’esigenza di reperire le risorse necessarie per la prosecuzione delle misure agroambientali, che hanno trovato un ampio riscontro in termini di adesione da parte degli agricoltori. Le misure agoambientali promuovono sistemi sostenibili di produzione agricola, orientati alla salvaguardia dell’ambiente, della biodiversità e del paesaggio agricolo ed hanno consentito in questi anni alle aziende agricole di ridurre in modo drastico l’impiego di fitofarmaci e fertilizzanti e di ottimizzare il rapporto fra le esigenze ambientali e sanitarie e le esigenze economiche.
Su questi e su altri importanti temi, quali l’attuazione delle misure del Programma di Sviluppo Rurale, le politiche di settore, la ricerca e l’innovazione, la semplificazione della burocrazia, il ricambio generazionale, la Cia del Piemonte ha scelto di tenere aperta la strada del dialogo e del confronto serrato con la Regione, non riuscendo sempre a far prevalere le proprie opinioni, ma ritenendo comunque questa la strada migliore per trovare delle soluzioni ai problemi del mondo agricolo.
Gabriele Carenini – Presidente Cia Piemonte