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Via libera del Parlamento europeo all’accordo Ue-Giappone
Scritto il 13-12-2018 da Ufficio stampa | Categoria: Agrinsieme
Il Parlamento europeo, riunito in sessione plenaria a Strasburgo, ha approvato in via definitiva il trattato commerciale UE-Giappone, il cosiddetto Jefta, con 474 voti a favore, 152 contrari e 40 astensioni. L’accordo non è soggetto alla ratifica da parte dei parlamenti nazionali e dovrebbe entrare in vigore il 1° febbraio 2019. Il Giappone ha già ratificato l’accordo.
Per Agrinsieme l’accordo di libero scambio tra l’Unione Europea e il Giappone è positivo per l’export agroalimentare. “Grazie a questo accordo le esportazioni agroalimentari comunitarie verso il Paese del Sol levante potranno, infatti, aumentare sensibilmente per i cibi trasformati”, fa notare il coordinamento.
“Il Giappone – osserva Agrinisieme – è il quarto mercato in ordine di grandezza per le esportazioni agricole comunitarie, che hanno un valore venti volte superiore a quello delle esportazioni nipponiche nell’UE. Il Paese si presenta come un mercato ‘ricco’, caratterizzato da consumatori molto esigenti, continuamente alla ricerca di prodotti di nicchia e di assoluta qualità, oltre che molto interessati all’eccellenza del Made in Italy agroalimentare”.
In base all’accordo verranno rimosse immediatamente le tariffe sul vino europeo importato nel Paese del Sol Levante, oggi al 15%, e, in generale, si azzerano con periodi di transizione che variano da 7 a 15 anni i dazi nipponici anche su pasta (oggi al 24%), cioccolata (fino al 30%) e formaggi a pasta dura (fino al 29,8%) provenienti dall’UE, con il riconoscimento di 205 dop e igp europee tra vini e alimenti, di cui 44 italiane (che coprono la maggior parte dell’export italiano in Giappone).
Per i formaggi a pasta molle il Giappone aprirà un contingente a dazio zero di 20.000 tonnellate all’entrata in vigore del trattato, che crescerà fino a 31.000 tonnellate in 15 anni. Anche per i produttori europei di carni suine (semplificazione e riduzione dazi dal 4-8% a zero) e bovine (tariffe da 38% a 9% in 15 anni) le esportazioni saranno più facili, con Tokyo che ha preso l’impegno di rimuovere le barriere su oltre 30 additivi comunemente utilizzati in Europa.
Un neo dell’accordo riguarda alcune dop e igp italiane, con termini come Parmesan, Padano (ma non più «Grana»), Pecorino, Romano, Bologna che vengono considerati generici, mentre l’Asiago, pur avendo registrato il marchio a Tokyo, dovrà coesistere con un’altra denominazione per 7 anni.
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