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Agrinsieme: prodotti agricoli sottocosto e aste a doppio ribasso sono concorrenza sleale
Scritto il 27-09-2018 da Ufficio stampa | Categoria: Agrinsieme
Tra le soluzioni escogitate dalla Gdo per mantenere i listini al livello più basso possibile c’è quella della aste al ribasso o al doppio ribasso. Funziona così: il supermercato che ha bisogno di un prodotto scrive a un gruppo di fornitori e chiede a ognuno qual è il prezzo più basso che è disposto ad applicare. Tra quei prezzi sceglie il più piccolo: quel valore sarà la base di un’asta online tra i fornitori. Sarà un’asta a scendere: vince e si aggiudica il contratto chi sarà capace di fare il prezzo minore.
Tramite le aste al ribasso la Gdo tiene per il collo produttori e trasformatori. Lo ha denunciato Franco Verrascina, coordinatore di Agrinsieme, all’audizione informale in Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati.
“La vendita di prodotti agricoli sottocosto e le aste a doppio ribasso sono attività distorsive del mercato – ha detto Verrascina -, che ledono la dignità dei produttori agricoli e minano la stabilità dei loro redditi, sfruttandone la frammentazione e lo scarso potere contrattuale. Tali pratiche vanno quindi a tutti gli effetti considerate delle forme di concorrenza sleale, poiché travalicano le logiche di concorrenza, imponendo prezzi che nulla hanno a che vedere con il mercato, ma sono dettati dalla asimmetria contrattuale che penalizza il contraente più debole”.
“Quello della vendita dei prodotti agricoli e agroalimentari sottocosto – ha proseguito Verrascina – è un fenomeno che vede gli acquirenti riconoscere ai fornitori prezzi talmente bassi che i ricavi non bastano neanche a coprire i costi di produzione; le aste elettroniche al doppio ribasso sono invece un meccanismo perverso, sempre più diffuso, che va letteralmente a ‘schiacciare’ intere filiere produttive, poiché ha come principale effetto quello di scaricare sui produttori agricoli il ribasso dei prezzi delle derrate”.
Per Agrinsieme, “non bisogna demonizzare la Gdo, che è e deve essere un importante alleato per politiche di filiera che rafforzino e valorizzino i prodotti agricoli italiani di qualità, ma vanno necessariamente rivisti i rapporti di forza che regolano la contrattazione, eliminando le asimmetrie contrattuali. L’Italia ha già una normativa in materia, che va pienamente attuata, mentre a livello comunitario va sostenuta l’approvazione della direttiva sulle pratiche sleali che, per la prima volta, inquadra a livello nazionale tali materie e che deve sicuramente considerare anche sottocosto ed aste al doppio ribasso, come pratiche da contrastare. Il principale obiettivo – conclude il coordinamento – deve essere la tutela dei soggetti più deboli, i quali a causa del loro scarso potere contrattuale rispetto ai grandi operatori della filiera sono in generale maggiormente esposti a pratiche commerciali sleali, quali appunto la vendita di prodotti agricoli sottocosto e le aste a doppio ribasso”.