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Glifosato: la bufala dell’Efsa che avrebbe copiato dai dossier forniti da Monsanto
Scritto il 12-10-2017 da Ufficio stampa | Categoria: ambiente
Bernhard Url, Direttore esecutivo di Efsa, ha così commentato la bufala che Efsa avrebbe copiato pari pari dai dossier forniti da Monsanto per realizzare il proprio giudizio finale su glifosate: “Sfortunatamente, le recenti asserzioni sembrano far parte di una campagna architettata ad arte, nonché l’ultima di una serie di azioni per screditare il processo scientifico su cui si basa la valutazione Ue di glifosate”.
La bufala nasce dalla mancata conoscenza degli iter normativi dell’Efsa.
La procedura seguita dall’Efsa per il glifosato è del tutto conforme a quanto prescritto dall’iter legislativo. Una società richiedente avanza un dossier, peraltro compilato anche in modo conforme alle linee guida continentali. Quindi lo Stato “rapporteur” (Rapporteur State Member, RSM) lo valuta e infine lo passa all’Efsa.
“Se lo RMS concorda con una particolare sintesi o una valutazione, può incorporare il testo direttamente nella bozza di relazione di valutazione”, ricorda Efsa. L’RMS per glifosato è la Germania, con il suo Bfr, ovvero l’istituto per la valutazione dei rischi.
Peraltro, nella sua relazione valutativa del rinnovo di glifosato, in acronimo RAR, si evidenziano numerosi passaggi nei quali i testi del dossier di Monsanto sono stati modificati e corretti ove ciò era necessario.
Chissà se ora i media (ha iniziato il quotidiano inglese Guardian, gli altri hanno ripreso la notizia senza fare alcuna verifica) che si sono mostrati così pronti a lanciare fango sull’Efsa correggerà il tiro. Non che ciò conti più di tanto, perché si sa bene che dopo che una bufala è entrata nella testa dei lettori una eventuale rettifica serve solo a consolidarla ancora di più.
Non resta quindi che annotare l’ennesimo caso di disinformazione sul glifosato.